Il sogno di Henriquez
Cosa spinse Diego de Henriquez a battersi anima e corpo per vedere realizzato a Trieste il progetto del batiscafo di Auguste Piccard? Alla base stava una sua concezione pacifista della storia: bisognava realizzare in una città che ne aveva le potenzialità un grande progetto per far vedere che la tecnologia nata per scopi pacifici può portare l’Uomo a superare il limite della tecnologia di distruzione. Il suo Museo di Guerra per la Pace voleva esprimere questo concetto attraverso tutta una serie di collezioni divise per settori di conoscenza. Ne aveva pensato addirittura 52, raccogliendo materiali di tutte le epoche storiche. Una di queste sezioni era dedicata ai voli interspaziali, come esempio di tecnologia volta alla dimensione pacifica della conoscenza. Il suo intento era di coinvolgere direttamente Auguste Piccard, il primo uomo a raggiungere la stratosfera, forte del suo prestigio internazionale universalmente riconosciuto all’epoca, affinché realizzi a Trieste all’interno del suo Museo un Centro Internazionale per lo Studio dei Voli Interspaziali. Perché sognava che un giorno da Trieste – forte della sua storia passata e coagulante naturale di buone volontà – si sarebbe formato un centro internazionale di eccellenze scientifiche capace di far partire da qui il primo uomo per la luna. Un progetto visionario e ambizioso che lo spinse a prendere contatti diretti coi Piccard già nel 1948, pochi anni dopo la fine della guerra. Non riuscì a fondare il centro di voli interspaziali, ma riuscì a portare avanti e realizzare il sogno dei due Piccard: la realizzazione a Trieste del più famoso batiscafo della storia.