Il 70° del Batiscafo Trieste celebrato a Castellammare di Stabia
admin68492023-06-01T18:26:19+02:00La proposta di lavorare a un gemellaggio tra Castellammare di Stabia e Trieste nel nome dell’impresa dei Piccard a tutela dell’ambiente e per la pace, ma anche per i forti legami tra le due città e l’industria cantieristica nazionale. E poi la proposta di intitolare ad Auguste e Jacques Piccard una strada o una piazza di Castellammare di Stabia, dove nel 1953 fu varato il batiscafo Trieste.
Sono alcune delle idee emerse dalla manifestazione “Nel profondo blu. I 70 anni del varo del batiscafo Trieste” svoltasi nella città della provincia di Napoli sabato 27 maggio 2023, con il patrocinio dell’Ambasciata di Svizzera in Italia, la Marina militare italiana e la Città di Castellammare di Stabia.
Dopo la introduzione del giornalista di “Repubblica” Antonio Ferrara, presidente del “Comitato per gli Scavi di Stabia fondato nel 1950 Ets”, che ha ricordato il rapporto tra la città e i due scienziati svizzeri, e ripercorso anche una pagina della Lotta di Liberazione con il cantiere stabiese al centro della rappresaglia nazifascista nel settembre 1943 e l’uccisione di numerosi civili e militari, fatti per i quali il Gonfalone civico è insignito della Medaglia d’oro al merito civile.
Ferrara ha proposto di intitolare al capitano di corvetta Domenico Baffigo Movm una delle prossime navi della Marina militare in costruzione a Castellammare. Ferrara ha anche sottolineato come l’impresa del batiscafo abbia unito non solo Svizzera e Italia, ma anche il Nord, il Centro e il Sud del nostro Paese, da Trieste, a Monfalcone, a Terni, a Castellammare fino alle isole di Capri e Ponza nelle cui acque ebbero luogo fondamentali immersioni del batiscafo Trieste.
È stato poi Bertrand Piccard in un videomessaggio rivolto a quanti hanno partecipato alle celebrazioni a raccontare dell’importanza del batiscafo per la storia della tutela dell’ambiente nel mondo e il legame tra suo padre e suo nonno con la popolazione di Castellammare, città che nel 1953 conferì ai due esplorato la cittadinanza onoraria. è stato l’ingegnere Francesco Polizzi, responsabile Qualità dello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia, a ricordare l’importanza del cantiere stabiese e a delineare le prossime sfide della cantieristica sia nel settore mercantile che in quello militare, ricordando il varo nel maggio 2019 sempre a Castellammare di nave Trieste, unità Lss della Marina militare, alla presenza del presidente Sergio Mattarella. Nel corso della serata è stato presentato il libro di Antonio Ferrara “Nel profondo blu il batiscafo Trieste. Dalla Svizzera all’Italia: l’avventura dei Piccard” (ISBN 9788855251648), pubblicato dall’editore Francesco D’Amato (Salerno).
Enrico Halupca, autore dell’importante pubblicazione “Il Trieste” (Italo Svevo editore® Accademia degli Incolti, 2019 Collana I Germogli) ha ricostruito le fasi iniziali dell’avventura del batiscafo e il rapporto tra Jacques Piccard e Diego De Henriquez.
Halupca ha riferito al pubblico circa l’esito delle proprie ricerche relative al progetto del batiscafo e all’impresa di Jacques Piccard riportati all’interno del libro “Il Trieste” che ha presentato nell’occasione.
L’appuntamento, organizzato dal “Comitato per gli Scavi di Stabia fondato nel 1950” Ets, intendeva ricordare il varo del batiscafo Trieste avvenuto nel 1953 nei cantieri navali di Castellammare di Stabia e celebrare la geniale invenzione di Auguste e Jacques Piccard e il lavoro delle maestranze, dei tecnici e dei dirigenti stabiesi, ma anche di Trieste, di Monfalcone e di Terni e gli equipaggi della Marina militare che hanno fornito assistenza ai due scienziati svizzeri per il raggiungimento di un’impresa che ha unito il Paese da Nord a Sud e ha visto la felice collaborazione tra l’Italia e la Svizzera.
Il batiscafo Trieste fece la sua prima immersione a Castellammare, poi scese nei fondali delle isole di Capri e di Ponza, raggiungendo profondità mai toccate prima. Nel corso della serata sono stati proiettati alcuni documentari d’epoca e sono stati ripercorsi, anche con alcune testimonianze inedite, i principali momenti di quell’estate del 1953. Grazie alla testimonianza di Halupca, è stato ricordato anche l’inizio di questa storia, con il rapporto tra i Piccard, la città di Trieste e Diego de Henriquez: una storia nata all’insegna della pace e della difesa dell’ambiente, e dunque di grandissima attualità.
Halupca ha tenuto un intervento dal titolo “La nascita del Batiscafo Trieste, un progetto tutto triestino” e illustrato, anche con l’ausilio di alcuni filmati, l’impresa del batiscafo Trieste, simbolo di eccellenza scientifica nel mondo, che 62 anni fa riuscì, per la prima volta, a raggiungere il punto più profondo del mare e del pianeta Terra. Si è parlato dei personaggi fulcro di quest’impresa: Diego de Henriquez, storico e collezionista triestino e dei Piccard, che fecero partire da Trieste nel 1953 questa meravigliosa avventura italo-svizzera per arrivare poi a 10.917 metri sul fondo dell’Oceano Pacifico, record assoluto. Nell’occasione, è stato presentato anche il trailer del film-documentario tratto dal libro di Halupca e in uscita a settembre per Sine Sole Cinema.
La giornata di celebrazioni del varo del Trieste si collega alla visita del 25 maggio 2019 da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, allo stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia per presenziare alla cerimonia di varo di nave “Trieste”, nuova ammiraglia della Marina militare italiana che porta lo stesso nome del batiscafo di Piccard.
A sessantadue anni dalla storica impresa del batiscafo Trieste, il libro di Halupca rappresenta un’inchiesta storica sulla nascita e l’evolversi, tra il 1948 e il 1955, del progetto italo-svizzero. Attraverso la lettura di documenti inediti recentemente ritrovati dall’autore dopo settant’anni di oblio, nel libro viene svelato il ruolo fondamentale di Diego de Henriquez, il pacifista triestino noto soprattutto per aver creato il Museo di Guerra per la Pace di Trieste, nel convincere i due scienziati ed esploratori svizzeri Jacques e Auguste Piccard a puntare sulla città adriatica per realizzare quel progetto scientifico senza precedenti: la prima discesa dell’Uomo nel punto più profondo del Mare, l’ultima frontiera inesplorata del pianeta Terra.
Il progetto italo-svizzero del 1953, precursore di quello americano (che nel 1960 raggiungerà il record assoluto nella Fossa delle Marianne), ebbe origine a Trieste pur nel difficilissimo contesto storico di guerra fredda di quegli anni, dimostrando al di là di ogni aspettativa, la possibilità di realizzare in un contesto di collaborazione federativa, un progetto di tecnologia pacifica al servizio della Scienza per il Bene dell’Umanità. Per questo motivo il Batiscafo Trieste, legato a filo doppio con una delle più grandi esplorazioni del XX secolo, rimane un simbolo di eccellenza della città adriatica nel mondo.
E’ stato infine ricordato che il 30 settembre prossimo a Ponza si ricorderanno i 70 anni dalla prima immersione del batiscafo Trieste a -3000 metri (record dell’epoca) realizzata proprio nella fossa marina antistante l’isola.
Assai denso e partecipato è stato il momento dedicato ai ricordi di alcuni dei tecnici che lavorarono con i Piccard nel 1953 nel cantiere navale di Castellammare di Stabia. Come Vincenzo Cerchia, 93 anni, disegnatore e progettista navale che in video ha raccontato del suo lavoro e di alcune immersioni del batiscafo. In sala è intervenuto Guglielmo Rossi, 98 anni, responsabile dell’Ufficio programmazione della Navalmeccanica, che ha ricordato i giorni di lavoro con i Piccard e illustrato il funzionamento del batiscafo. L’esperienza di altri due tra i più stretti collaboratori degli scienziati svizzeri, ovvero gli ingegneri Giulio Salvio e Armando Traetta (entrambi non più in vita), è stata ricordata con commozione dai familiari: Stefania Salvio, figlia di Giulio, che ha ricordato il ruolo svolto dal padre che tra le altre cose si occupò alle comunicazioni telefoniche con il batiscafo, e Giancarlo Montella, nipote di Traetta che ha voluto sottolineare l’impegno dello zio per la formazione dei giovani e per la tutela dell’ambiente.
A tutti loro, così come a Enrico Halupca, il Comitato per gli Scavi di Stabia Ets ha voluto donare una targa-ricordo, come attestato di stima e riconoscenza.
Il ricercatore Giuseppe Luciano Cuomo ha illustrato il lavoro compiuto tra diversi archivi italiani e svizzeri per recuperare le versioni integrali e digitalizzate di alcuni importanti documentari sull’impresa del Trieste. La serata, che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone, si è conclusa con la proiezione su grande schermo dei tre documentari, due fornti dall’Archivio Istituto Luce-Cinecittà: “Con Piccard negli abissi marini” di R. Del Grosso (anno 1953) e “Piccard e il batiscafo Trieste” di F. Lelli (1953), e uno a colori concesso dal Museo de Lèman a Nyon, Svizzera: “Premiers pas monde nouveau” di A. Baume e J. Piccard (1957).